Gentile venticinquesimo lettore,
esprimersi in modo chiaro e breve spesso è difficile.
Questo è un blog che vorrebbe diventare sito di incontro fra opinioni discordanti. A partire da interpretazioni, visioni e considerazioni personali sull'attualità, la cultura, i “sentimenti umani”, questo blog vorrebbe essere la “via della povertà”, il luogo cui tutti i partecipanti siano ugualmente poveri, perché ugualmente disposti a offrire il proprio contributo senza nulla da perdere.
Ora, “via della povertà” è una metafora che nella realtà offre due volti: è l'idealizzazione del mondo, ma è anche il mondo. Esiste una “via della povertà” reale, che è disperazione individuale, ingiustizia sociale, disagio universale, incomunicabilità, violenza. Esistono la discriminazione, la disuguaglianza, la repressione. Non per questo si dovrebbe abbandonare qualunque mezzo di reazione. Non esiste una “via della povertà” idealizzata e data che sia felicità assoluta, perfezione, armonia; non esistono Atlantide, il Regno dei Giusti, l'Eden, l'Iperuranio in questo mondo. Esistono però alcune creazioni umane che si chiamano “consapevolezza”, “riflessione”, “dubbio”, “conoscenza”, “critica”, “confronto”,
“azione”. Esistono ideali. Esiste la coscienza che questo mondo non è Atlantide, ma anche la convinzione che, se questo mondo non è Atlantide, ciò non vuol dire che non dobbiamo provare a farcelo assomigliare. Proviamo, in piccolo, a sviluppare questa idea.
Abbiamo un limite ideale a cui possiamo sperare di tendere. Quel limite è quantomai impreciso, indeterminato e instabile. Dobbiamo provare a fissarlo quanto più in alto possibile ed essere anche pronti a spostarlo. E, soprattutto – mi perdonerai l'immensa ambizione –, provare insieme ad avvicinarci.
Simone Risoli
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