lunedì 16 aprile 2012

I. Libertà negativa e libertà positiva


Libertà negativa

Per quanto possa sembrare paradossale definire il concetto di libertà (giacché la definizione postula la delineazione di limiti) o vana (perché il termine può assumere significati diversi, ora alquanto metafisici e ideali, ora utilitaristici o estremamente concreti), in un'ottica che fa leva sullo studio scientifico dei termini, si può giungere a una definizione basata sui significati storicamente assunti.
Il concetto può dunque essere ragionevolmente definito in base a due diverse forme in cui si presenta: libertà negativa e libertà positiva.
Teorico della distinzione fu il filosofo inglese di origine lettone Isahia Berlin nell’opera Quattro saggi sulla libertà; le due formule furono quindi rielaborate da Norberto Bobbio pochi anni dopo.
In senso lato con il termine “libertà negativa” (o “libertà da”, freedom from) ci si riferisce alla possibilità di esercitare una facoltà in un contesto in cui tale concreto modo di agire non sia limitato o vincolato a una decisione diversa da quella del soggetto agente; in altri termini, la libertà si definisce negativa in quanto assenza di impedimento o costrizione.
Secondo una prospettiva differente, si può facilmente dedurre che la libertà negativa, in quanto assenza di costrizione e impedimento, si identifica con la possibilità di ricavare, all’interno di un insieme di norme, la libertà di azione. Si può essere liberi perché non si è vincolati da un ostacolo o da un ordine (una regola, una costrizione, un'imposizione) esterno. In questo caso la libertà è una sfera individuale in cui la persona non subisce l'interferenza di un altro soggetto, ma in cui può muoversi, appunto, liberamente. Questa idea si affermò concretamente a seguito della Rivoluzione Francese del 1789.
Come lo stesso Bobbio afferma, questa libertà consiste nell’affidare al soggetto l'agire o non agire laddove le norme, di carattere giuridico o morale, permettono la facoltà di agire o non agire.
In sintesi, se è vero che la libertà negativa è assenza di costrizione e impedimento, essa può concretamente manifestarsi o intendersi a ragione anche come “diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono” (Lo Spirito delle Leggi, Montesquieu). Per altro verso, affermare la libertà negativa, ovvero ricercarla e realizzarla, significa ricavare sempre maggiori zone di determinazione, potere, possibilità di agire del singolo: questo è ciò che si intende ancora oggi col termine “diritti individuali”. Questa, secondo molti pensatori illuministi e dell'Ottocento, è l'unica vera forma di libertà dell'individuo rispetto agli altri individui e del cittadino rispetto allo Stato: assicurarsi una forma di indipendenza dal potere.

Libertà positiva

Il concetto di libertà positiva, o “libertà di” (freedom to), si definisce come possibilità di orientare il proprio volere verso uno scopo, ovvero come facoltà di compiere autonomamente una scelta.
Dunque, è chiaro che, diversamente dalla forma negativa, essa non si definisce in relazione a un altro termine (ovvero l’impedimento e la costrizione), ma è a tutti gli effetti da considerarsi come proprietà del soggetto. È evidente che la libertà negativa può esistere solo in opposizione alla negazione di libertà (il potere o l'autorità, ma anche i precetti religiosi, morali, sociali). La libertà positiva, invece, esiste indipendentemente da un limite ad essa, esiste in assoluto come possibilità di scelta.
La libertà positiva è, secondo Bobbio, autodeterminazione o autonomia in senso etimologico, ossia possibilità di darsi una regola da sè.
Sostenitore del concetto di libertà così inteso fu, fra gli altri, anche Kant. Egli, considerando la questione in sede etica-morale e politica-sociale, intende la libertà come postulato.
Per postulato, in ambito matematico, si intende un principio che non deve essere dimostrato. Ad esempio, il noto teorema di Pitagora non è un postulato perché, per affermarne la “verità”, è necessario svolgere alcuni passaggi logici che portano alla conclusione che il suo enunciato (= quello che afferma il teorema) sia, appunto, vero. Un postulato, invece, è una verità auto-evidente (apodittica) che, anzi, si pone come presupposto per dimostrare altre “verità derivate” (attraverso un procedimento epidittico).
Il concetto di libertà positiva è, in realtà, molto più ampio e dovrebbe comprendere anche il dibattito sulla volontà, interrogarsi sull'effettiva libertà dell'uomo rispetto alla natura e non solo in ambito politico.

Confronto in breve

Con alcune battute estratte da un dialogo immaginario, si potrebbe riassumere così il dualismo libertà positiva/libertà negativa, almeno per quanto riguarda il piano politico (quello sostanzialmente privolegiato dall'Illuminismo fino a Bobbio, del quale si consiglia il testo Eguaglianza e Libertà per l'approfondimento).

Un liberale puro (p.e. Montesquieu): Io sarò libero quando nessun giudice, nessun funzionario, nessuna autorità pretenderà di frugare senza diritto nella mia vita privata, con la pretesa di potere tutto rispetto a me che non posso niente. Non importa se gli uomini sono effettivamente uguali, ma che teoricamente a nessuno sia permesso di interferire con quel che vogliono, a meno che la legge, in quanto voce del popolo, non lo preveda chiaramente. Non voglio coltivare il mio orto sapendo che qualcuno potrà espropriarmelo senza ch'io abbia voce in capitolo.
Il potere e la libertà possono essere nemici. La libertà è liberarsi da un potere che decide al posto mio senza un criterio di prevedibilità. La libertà è essersi liberati di argini all'interno di un argine, è scavare il solco entro il quale io posso senza intrusioni. E, a dire il vero, il solco di questa libertà è l'insieme di un numero preciso di diritti naturali, inviolabili e inalienabili, contro cui nessun potere nulla può pretendere.

Un liberale kantiano: Essere liberi è il fondamento, la spiegazione: spiegazione del diritto, della morale, delle regole. È il punto di partenza. Infatti, la morale e il diritto sono una scelta; la scelta oscillante fra santità e dannazione e la possibilità di darsi una regola particolare che orienti le proprie azioni materiali. Questa scelta è l'autonomia di ricondurre i caratteri particolari del proprio io devo essere a una forma generale del dover essere: tutti gli uomini, in quanto uomini, sono liberi e devono far convivere le loro libertà.

Un liberale "positivo" puro: Libera è la volontà. Io non sono libero perché posso muovermi senza argini, ma sono libero per natura: gli argini non fondano la mia libertà, la de-limitano.

(Simone Risoli)

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