domenica 25 marzo 2012

Uomini senza morte

Inauguro in modo anomalo la sezione dedicata ai componimenti inediti che ho scritto negli ultimi anni. L'anomalia apparente consiste nel genere scelto, poco rappresentativo della poesia per chi crede che essa possa essere soltanto distante dal mondo, sconnessa rispetto alla realtà sociale. Lontanissima ogni retorica.  

Uomini senza morte


A Falcone e Borsellino,
agli uomini senza morte
che chiedono ragione e cercano giustizia per essere liberi.

E parliamo noi
che quotidianamente moriamo
e che quando temiamo la fine
siamo già nati morti.
Parliamo quando è bene parlare,
pensiamo quando è giusto pensare.
Scorgiamo gli agrumeti da vent’anni
tingersi di sangue
e il sangue si chiede la ragione,
e noi restiamo in silenzio.

E agli antipodi del mondo distante e tranquillo
aspetta quello di uomini dentro il cemento,
di uomini incauti nell’acido
per l’illusione che una terra atavica
respinga la fionda,
perché un singolo respiro
non sia costante concessione.

Forse perché muore giovane
chi è caro agli dèi,
e allora muore in fretta
chi è giusto fra gli uomini.

Ma continuerò finché spoglia
d’ogni pensiero poetante
strascicherò dissanguata la sola verità:
son uomini che uccidono altri uomini,
è il silenzio che assassina il pensiero
e la libertà di pensare;
è l’odio, il rancore,
è una natura ferina che noi
scientemente scegliamo,
chiamando i morti giusti,
condannando i vivi
e serrando le fauci,
finché non le forza il dolore.

4 agosto 2010

(Simone Risoli)

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