lunedì 27 agosto 2012

L'epigrafe di Lyman King


Forse credi, viandante, che il fato
sia una trappola al di fuori di te,
che puoi evitare usando prudenza
e saggezza.
Così tu credi, quando osservi la vita degli uomini,
come farebbe un dio che si chini su un formicaio,
e veda la soluzione dei loro problemi.
Ma entra nella vita:
col tempo vedrai il fato avvicinarsi
sotto forma della tua immagine allo specchio;
oppure mentre siedi solo al focolare,
d’improvviso la sedia accanto a te avrà un ospite,
e tu riconoscerai quell’ospite,
e gli leggerai il vero messaggio negli occhi.

(E.L.Masters, Antologia di Spoon River)

sabato 25 agosto 2012

Spoon River: la vera e la finta corruzione

Senza appesantire la poesia con eccessivi commenti, è sufficiente premettere poche frasi. 
Appare evidente come in questi versi di E.L.Masters si fronteggino una piccola corruzione dei costumi, innalzata dalla società (dal sentimento sociale) a piaga di grandi dimensioni, infamante, costruita per nascondere o condannare esteriormente passioni e atteggiamenti immorali comuni a tutti gli uomini (tradimenti, passioni carnali, prostituzione), e una corruzione reale, piaga sociale concreta che è concreta corruzione morale: affari loschi, poteri pubblici che ubbidiscono a poteri economici, operazioni finanziarie che perseguono il profitto a ogni costo, disastri ambientali procurati per l'interesse personale.
La prostituta del villaggio paga gli sguardi indignati della gente e le multe del tribunale, mentre i galantuomini restano impuniti: è questa la giustizia ai piedi della collina.
Nulla di nuovo sotto l'ombra di Spoon River?


Daisy Fraser

DID you ever hear of Editor Whedon
Giving to the public treasury any of the money he received
For supporting candidates for office?
Or for writing up the canning factory
To get people to invest?
Or for suppressing the facts about the bank,
When it was rotten and ready to break?
Did you ever hear of the Circuit Judge
Helping anyone except the “Q” railroad,
Or the bankers? Or did Rev. Peet or Rev. Sibley
Give any part of their salary, earned by keeping still,
Or speaking out as the leaders wished them to do,
To the building of the water works?
But I—Daisy Fraser who always passed
Along the streets through rows of nods and smiles,
And coughs and words such as “there she goes,”
Never was taken before Justice Arnett
Without contributing ten dollars and costs
To the school fund of Spoon River!


Avete mai sentito che il direttore Whedon
desse all'erario un po' dei soldi intascati
per appoggiare un candidato?
O per scrivere elogi della fabbrica di scatolette
e spingere la gente a fare investimenti?
O per tacere i misfatti della banca,
quando fu marcia e sull'orlo del fallimento?
Avete mai sentito che il giudice distrettuale
appoggiasse qualcuno tranne le ferrovie «Q»,
o i banchieri? O che il reverendo Peet o il reverendo Sibley
dessero un po' della paga, guadagnata tenendo la bocca chiusa,
o dicendo quel che faceva comodo ai capi,
per la costruzione dell'acquedotto?
E invece io - Daisy Fraser, che passavo sempre
per strada fra due ali di ammicchi e sorrisi,
e colpetti di tosse e frasi come «eccola là»,
non finii mai davanti al giudice Arnett
senza versare dieci dollari più le spese
al fondo scolastico di Spoon River!


giovedì 2 agosto 2012

Spoon River: la purezza scandalosa


Gli intenti sono già chiari dall'ambientazione. Edgar Lee Masters, avvocato figlio di avvocati, abituato attraverso la sua professione a conoscere ed entrare in contatto con la complessità dell'animo umano e con la sua natura primordiale, lascia dialogare le anime di morti di ogni estrazione sociale, che ognuno infami il proprio vicino, si esprima liberamente, senza remore, confessi i propri misfatti, i propri fallimenti, le illusioni giovanili, i rimorsi. Dopo la morte - ecco la dichiarazione implicita di intenti - tutti gli "abitanti" del cimitero di Spoon River si sono liberati del bisogno di ipocrisia a cui la vita sociale li ha costretti. Chi, fra loro, è vissuto senza restrizioni, "senza mai un pensiero non al denaro, non all'amore, né al cielo", sembra aver anticipato in vita la pienezza della propria libertà. La maggior parte dei personaggi, però, si è voluta o dovuta arrendere al giudizio ora concreto di un tribunale, ora infamante, sottile e logorante, come un'infezione invisibile di un distorto e imperante senso comune.
Benché siano numerose le interpretazioni fornite della Antologia di Spoon River (mi piace ricordare senz'altro la riscrittura insuperabile, anche musicalmente, di Fabrizio De André che, esordendo con la presentazione della collina su cui riposano i morti e isolando alcuni personaggi, riconosce nell'opera il lamento umanissimo di chi è vissuto, per scelta o per necessità, di delusione e rimpianto: "Nel disco si parla di vizi e virtù: è chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo", F.De André) è evidente il substrato comune rappresentato dal coro stonato di voci che si accavallano per denunciare finalmente la verità, l'affrancamento dalla tirannia del timore, sia esso familiare, sociale, religioso.
Così, l'inutilità del profitto per morti sepolti che "dormono tutti sulla collina" (il principio celeberrimo della morte che non discrimina, di cui sono ricchissimi la letteratura e la cultura popolare: fra tutti, T.S. Eliot, "Phlebas il fenicio, morto da quindici giorni / dimenticò [...] il profitto e la perdita") sembra liberare alcuni interlocutori dalla smania di successo che spesso li ha condotti a tradimenti, odio, inganni, delitti; l'ateismo e l'eresia sembrano allontanare la paura di una religione asfissiante che diventa strumento di controllo e oppressione; l'amore è un sentimento spesso sopravvalutato che genera morte, sofferenza e rancore, perché si tratta spesso di una costruzione sociale e non di un sentimento, con cui il linguaggio edulcora, nasconde, giustifica disprezzo, volontà di potenza, prevaricazione, orgoglio, desiderio di possesso.
In sintesi, la formula "non al denaro, non all'amore, né al cielo" riassume l'idea di libertà. E, se si volesse confrontare questa conclusione con quella di un autore certamente meno radicale di Masters, la tesi sembrerebbe comunque confermata:
"Quando nasce l'anima di un uomo in questo paese, le sono gettate reti per impedirle di fuggire. Mi parli di nazionalità, di lingua, di religione: io cercherò di fuggire a quelle reti".
(J. Joyce, Ritratto dell'artista da giovane)
Ma Spoon River non è uno scenario positivo, educativo: la purezza dei morti non è la loro redenzione. Nessun segno di ravvedimento o pentimento si scorge, se non nella forma implicita della devastante sofferenza interiore. Alcuni personaggi esprimono con fierezza i modi in cui hanno truffato sprovveduti, condannato a morte innocenti, sposato un uomo o una donna per convenienza, assassinato, rinchiuso il proprio figlio in un manicomio. Da molti altri traspare l'insoddisfazione; da alcuni anche l'onestà, la fedeltà agli ideali, l'integrità morale.
La purezza, però, consiste nella immediatezza. Così come la forma pura si trasmette senza interposizioni e direttamente, la purezza dei personaggi non è la loro santità, ma loro umanità (anche nel senso deteriore del termine) che si presenta, provocatoriamente, senza contaminazione.
La purezza di Spoon River è l'abbandono delle convenzioni che rendono l'uomo migliore di quel che sembra, a una condizione: è chiaro all'autore, tanto quanto poco chiaro è alla generalità delle persone, che tali "convenzioni" non rendono effettivamente migliore gli uomini, non tendono (se è lecito) a migliorarlo, ma ne nascondono la parte "peggiore" sotto un falso concetto elaborato da una maggioranza.
(Ecco perché l'eresia diventa fondamento della conoscenza).

(Seguiranno testi e commenti)