lunedì 31 dicembre 2012

Spleen e il quotidiano

Entrare e uscire da uno stesso luogo
e non trovarsi mai all'esterno.
Spleen aveva lo sguardo pieno
del fascino gentile
di ogni ora del giorno,
pestava col bastone i lampi
di luce che filtravano le finestre.
Prigioni di sbarre di gocce di pioggia
gli inumidivano il collo
d'animale, croste di molluschi secchi,
prigione di un barbaglio di vita
che voleva uscire.

Uscire e entrare in uno stesso luogo
e non trovarsi mai all'interno.
La sposa e lo sposo di Spleen
non hanno due anime divise.
Sembra semplice sfondare
quel semi-aperto varco:
Amico, non vuoi dissipare la coltre
di fumo?
Immobile resti. Io resto
ad un passo dal tuo filo di lama:
ho un'anima di granelli di sabbia
che s'accartoccia ai colpi di vento.

Derevaun seraun
Spleen si accaniva
contro esili figure morbide.
Ora aspetta alla soglia aspettando
innumeri sguardi da affondare
nelle cavità
ai lati delle narici
e detta all'orecchio di poeti l'eco
di quel che gli pare essere il mondo.

(Simone Risoli, 31 dicembre 2012)


sabato 22 dicembre 2012

Spleen e il reale


E io adesso non so a che pensare
se non che questo silenzio ricopre
di un suono confuso i minuti eterni
trascorsi a vedere il riflesso
di una terra lontana svanire e apparire
in quattro mura assenti,
la nostra città consueta coperta di ghiaccio
che sembrava una lastra di Siberia
traslata a questa latitudine ordinaria,
di ordinari freddi inverni
e ordinarie estati aride.
Ride dove prima pensava,
non sente l'amaro e l'acido,
non crede alle nuvole alte
di neve e lana leggera
l'attesa di questi giorni.

Morire non rientra nell'ordine
della natura e penso,
con l'istinto di vivere
piantato fra le pupille e il mondo,
che è meglio lasciare il pensiero posarsi,
quando stanco riposa,
che costringerlo
alla pesantezza di sempre.

(Simone Risoli, 21 dicembre 2012)

lunedì 3 dicembre 2012

Il 3 dicembre del '39

Appassionato lettore, 
mi rivolgo a te soprattutto per chiederti, delle diverse interpretazioni (da quella individualista a quella più critica) che a questo testo si possono attribuire, di scegliere quella che meglio permetta di confrontare il tempo passato al presente e cogliere, nel divenire, il senso di cambiamento.
Non intendo frapporre una mia visione pessimista o polemica, né suggerire un senso di catastrofismo o sterile qualunquismo, che pure è il fondamento ultimo, la morale parodiata dall'autore. 
Colgo, invece, unicamente, la coincidenza di data per uno stimolo alla riflessione.


(da Folk beat n.1 , F. Guccini)