"Il poeta è fingitore"
"Ogni volta che parla[...] è una truffa"
A camminare fin qui si sarebbe stancato
il luccichio dei tuoi occhi
e, avvicinandomi, allora, non avrei
perdonato
perdonato
di saccheggiarne tanto nei miei.
E non avrei sentito, avvicinandomi,
(nel mondo del non-essere)
te liberarmi la fronte dal peso di una ciglia
sul ciglio della strada che accompagna,
come lumaca, il tempo sul cemento.
come lumaca, il tempo sul cemento.
Vero è che nei miei occhi avrei voluto
prolungato l’attimo
che si consumava nei tuoi,
prolungato l’attimo
che si consumava nei tuoi,
e andare oltre ed entrare
nella parte tua più interna,
fino a sentirti la carne nelle ossa,
fino a sentirti la carne nelle ossa,
ma,
senza ragione,
senza ragione,
nulla del mondo,
del giorno,
di quel che è stato o
non è stato di quest'ora
avrei voluto diverso
da com'era riflesso nel fondo delle tue lenti.
Anche adesso che scende la notte
e sembra pece per occhi normali,
e sembra pece per occhi normali,
il giorno trionfa
e riluccica la sera:
è la sepoltura di Thanatos.
(Simone Risoli, 18 ottobre 2014)