mercoledì 23 maggio 2012

Capaci 1992


Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini

Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana

(Giovanni Falcone)


Non è facile essere capaci di ricordare e offrire il senso del ricordo in poche frasi. Si rischia la retorica e la retorica indebolisce la forza dei significati; si rischia il coinvolgimento personale e il coinvolgimento personale tende a far perdere la lucidità. Ma esistono sempre almeno due direzioni percorribili: una è palesemente giusta, l'altra è un'anticipazione della parte peggiore della morte. A percorrere la prima, passione e retorica diventano fieri mezzi.
Da parte mia, scelgo forse il modo peggiore per intervenire, ma quello più ricco di silenzi e pause, di condivisioni (la condivisione di silenzi e pause scandisce forse la riflessione) e la (tentata) quotidiana militanza morale.
Con una carica maggiore, ripropongo la mia riflessione. 

Uomini senza morte

A Falcone e Borsellino,
agli uomini senza morte
che chiedono ragione e cercano giustizia
per essere liberi.

E parliamo noi
che quotidianamente moriamo
e che quando temiamo la fine
siamo già nati morti.
Parliamo quando è bene parlare,
pensiamo quando è giusto pensare.
Scorgiamo gli agrumeti da vent’anni
tingersi di sangue
e il sangue si chiede la ragione,
e noi stiamo in silenzio.

E agli antipodi del mondo distante e tranquillo
aspetta quello di uomini dentro il cemento,
di uomini incauti nell’acido
per l’illusione che una terra atavica
respinga la fionda,
perché un singolo respiro
non sia costante concessione.

Forse perché muore giovane
chi è caro agli dèi,
e allora muore in fretta
chi è giusto fra gli uomini.

Ma continuerò finché spoglia
d’ogni pensiero poetante
strascicherò dissanguata la sola verità:
son uomini che uccidono altri uomini,
è il silenzio che assassina il pensiero
e la libertà di pensare;
è l’odio, il rancore,
è una natura ferina che noi
scientemente scegliamo,
chiamando i morti giusti,
condannando i vivi
e serrando le fauci,
finché non le forza il dolore.

(Simone Risoli)

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