sabato 7 febbraio 2015

Spleen e l'ardore

Spleen già batteva alla porta
E già aveva aperto da giorni il poeta
Che pure nessuno aspettava:
e se lo trovò davanti,
lui schiena dritta,
in ritardo d’un secolo sulla sua
tabella di marcia,
ma senza ritardo.

Piombava la pioggia sulle finestre.

E ora lì sta Spleen – o non lui –
Più irrequieto di prima,
ora che il passante si ferma,
che la porta sempre aperta resta
ad aspettare o a non aspettare,
che s’è accomodato il passante
a scrostare la ruggine dai chiodi,
e che sputa ancora la pioggia.

Ma Spleen non ha più di che lamentarsi.


(Simone Risoli, 4 febbraio ’15)

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